Sgarbi e i ministri: una carrellata di giudizi tra elogi, ironie e qualche dimenticanza imbarazzante, ecco cos’è successo
Vittorio Sgarbi, sempre controverso, mai banale, il sottosegretario alla Cultura e sindaco di Arpino non ha perso l’occasione di dare il suo parere, in pieno stile Sgarbi, sui colleghi del governo i ministri della Meloni durante “Gli incontri del Principe” a Viareggio, condotto da Stefano Zurlo.
Pagelle politiche: chi passa e chi ripete?
Per Crosetto, ministro della Difesa coinvolto in polemiche interne, arriva un secco quattro, forse a causa del suo sostegno al generale Vannacci. Sangiuliano, suo diretto superiore al ministero della Cultura, riceve invece un lusinghiero otto. Ma il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti sembra “sommerso” dalla personalità di Meloni, guadagnandosi un sette che, tradotto dalla lingua di Sgarbi, diventa un cinque.
Maria Elisabetta Alberti Casellati, presidente del Senato, ottiene il massimo dei voti. Non tanto per i suoi risultati, quanto per l’assenza di questi: una “grande discrezione” per Sgarbi. Tuttavia, per la segretaria del PD Elly Schlein, un apparente dieci si trasforma rapidamente in un meno lusinghiero due.
I ministri “dimenticati”
Le vere sorprese arrivano quando si parla dei leader del centrodestra. Tajani? “Non me lo ricordo, è ministro di cosa?“, esclama Sgarbi, mostrando poca memoria verso il ministro degli Esteri e vicepresidente del Consiglio. Salvini, invece, guadagna una sorta di encomio per le sue apparenti abilità in campo infrastrutturale: “Se c’è da sistemare una strada o un ponte, io lo chiamo“. Infine, un’ammirevole Giorgia Meloni viene descritta come “tenace e determinata“.
Un gioco di voti, tra ironie e verità nascoste, che dipinge un ritratto vivace e imprevedibile del governo Meloni attraverso gli occhi di uno dei suoi membri più eccentrici.